Requiescat in pace è una benedizione latina con legami cattolici romani che significa "possa cominciare a riposare in pace". Questa benedizione si traduce in "riposo in pace", un breve detto o espressione che augura riposo eterno e pace a un individuo che ha scomparso. L'espressione appare tipicamente sulle lapidi, ed è spesso abbreviata in RIP o semplicemente RIP. L'idea iniziale dietro la frase ruotava attorno alle anime dei morti rimanendo non tormentata nell'aldilà.
La frase Requiescat in pace cominciò a essere trovata sulle pietre tombali intorno all'ottavo secolo, ed era un luogo comune sulle tombe cristiane nel XVIII secolo. La frase fu particolarmente prominente con i cattolici romani. Era visto come una richiesta che l'anima di un individuo deceduto avrebbe trovato pace nell'aldilà. I cattolici romani credevano e ponevano molta enfasi sull'anima e sulla vita dopo la morte, e quindi la richiesta era di pace nell'aldilà.
La frase ha continuato a diffondersi e guadagnare popolarità, diventando infine una convenzione comune. La mancanza di qualsiasi riferimento esplicito all'anima nella breve frase ha indotto le persone a credere che fosse il corpo fisico a desiderare di godere della pace eterna e riposare in una tomba. La frase può essere usata per indicare entrambi gli aspetti della cultura moderna.
Esistono diverse altre varianti della frase. Tra questi c'è "Requiescat in pace et in amore", che significa "Riposa in pace e amore", e "In pace requiescat et in amore".
La frase "dormit in pace", che si traduce in "dorme in pace", fu trovata nelle catacombe paleocristiane e significava che l'individuo morì nella pace della chiesa, unita in Cristo. Quindi, avrebbero dormito in pace per l'eternità. La frase "Riposa in pace" continua ad essere incisa sulle pietre miliari di diverse confessioni cristiane, tra cui la Chiesa cattolica, la Chiesa luterana e la Chiesa anglicana.
La frase è aperta anche alle interpretazioni di altre religioni. Alcune sette di cattolici credono che il termine Riposo in Pace significhi in realtà il giorno della Resurrezione. In questa interpretazione, gli umani riposano letteralmente nelle loro tombe fino a quando non ne evocano il ritorno di Gesù.
Via Giobbe 14: 12-15:
12Quindi l'uomo si sdraia e non si alza.
Fino a quando i cieli non lo saranno più,
Non si sveglierà né si desterà dal sonno.
13“Oh che lo faresti nascondimi dentro Sheol,
Che mi nasconderesti fino a quando la tua ira non ti ritorna,
Che tu mi imposti un limite e ti ricordi di me!
14“Se un uomo muore, vivrà di nuovo?
Aspetterò tutti i giorni della mia lotta
Fino a quando arriva il mio cambiamento.
15“Chiamerai e io ti risponderò;
La breve frase è stata trovata anche incisa sulle lapidi ebraiche nel cimitero di Bet Shearim. La frase permeava chiaramente le linee religiose. In questa situazione, si intende parlare di una persona che è morta perché non poteva sopportare il male che lo circonda. La frase continua ad essere usata nelle cerimonie ebraiche tradizionali.