Plutarco descrive l'assassinio di Cesare

The Ides of March è stato il giorno in cui Giulio Cesare fu assassinato nell'anno 44 a.C. È stato uno dei maggiori momenti di cambiamento epocale nella storia del mondo. La scena dell'assassinio di Cesare era piuttosto sanguinosa, con ciascuno dei cospiratori che aggiungeva la propria ferita da coltello al corpo caduto del loro capo.

Cesare di Plutarco

Ecco le parole di Plutarco sull'assassinio di Cesare, dalla traduzione di John Dryden, rivista da Arthur Hugh Clough nel 1864, di Cesare di Plutarco, così puoi vedere da solo i dettagli cruenti:

Quando Cesare entrò, il senato si alzò per mostrare il loro rispetto per lui, e dei confederati di Bruto, alcuni si avvicinarono alla sua sedia e si fermarono dietro di essa, altri lo incontrarono, fingendo di aggiungere le loro petizioni a quelle di Tillius Cimber, a nome di suo fratello , che era in esilio; e lo seguirono con le loro suppliche congiunte fino a quando non si sedette al suo posto. Quando si sedette, si rifiutò di soddisfare le loro richieste e, dopo averlo sollecitato ulteriormente, iniziò a rimproverarli severamente per le loro importanza, quando Tillius, afferrando la sua veste con entrambe le mani, se la tolse dal collo, quale fu il segnale dell'assalto. Casca gli diede il primo taglio, nel collo, che non era mortale né pericoloso, poiché proveniva da uno che all'inizio di un'azione così audace era probabilmente molto disturbato. Cesare si voltò immediatamente, posò la mano sul pugnale e lo tenne stretto. Ed entrambi gridarono allo stesso tempo, colui che ricevette il colpo, in latino, "Vile Casca, cosa significa?" e colui che lo diede, in greco, a suo fratello, "Fratello, aiuto!" A questo primo esordio, coloro che non avevano familiarità con il disegno rimasero stupiti e il loro orrore e lo stupore per ciò che videro furono così grandi, che non volarono né assistono Cesare, né tanto quanto parlano una parola. Ma quelli che vennero preparati per il business lo racchiudevano da ogni parte, con i loro pugnali nudi in mano. Da qualunque parte si voltasse, incontrò dei colpi e vide le loro spade livellate sul suo viso e sui suoi occhi, e fu avvolto, come una bestia selvaggia nelle fatiche, da ogni parte. Perché era stato concordato che ciascuno di loro gli avrebbe dovuto dare una spinta e incarnarsi con il suo sangue; per questo motivo Bruto gli diede anche una pugnalata all'inguine. Alcuni dicono che ha combattuto e resistito a tutto il resto, spostando il suo corpo per evitare i colpi e chiedendo aiuto, ma che quando vide la spada di Bruto, si coprì il viso con la veste e si sottomise, lasciandosi cadere, che fosse erano per caso, o che era stato spinto in quella direzione dai suoi assassini, ai piedi del piedistallo su cui si trovava la statua di Pompeo, e che era così bagnato con il suo sangue. In modo che lo stesso Pompeo sembrasse aver presieduto, per così dire, alla vendetta fatta al suo avversario, che giaceva qui ai suoi piedi, ed espirò la sua anima attraverso la sua moltitudine di ferite, perché dicono che ricevette tre e venti.