Volere, che si traduce principalmente in inglese "volere" è, proprio come la sua controparte inglese, un verbo piuttosto essenziale. Lo usi per esprimere volontà, aspettativa, risoluzione, domanda, comando e desiderio. È irregolare, quindi non segue il normale schema di desinenza del verbo -ere.
Usato come verbo transitivo, volere prende un oggetto diretto o a complemento oggetto diretto, e, in tempi composti, il verbo ausiliare Avere:
Ma volere è anche uno dei triumvirati dei verbi modali italiani, o verbi servili, aiutando l'espressione di altri verbi e usato per esprimere la volontà di fare qualcosa, in modo che possa essere seguito direttamente da un altro verbo (anche un complemento oggetto): voglio leggere, voglio ballare, voglio andare in italia.
Quando viene usato come tale, volere prende l'ausiliario richiesto dal verbo che sta servendo. Ad esempio, se coppia volere con Andare, che è un verbo intransitivo che prende Essere, nei tempi composti volere prende essere: Sono voluta andare a casa (Volevo andare a casa).Se quello che vogliamo fare è Mangiare, che è transitivo e prende Avere, volere, in quel caso, prende avere: Ho voluto mangiare (Volevo mangiare). Ricorda le tue regole di base per scegliere il giusto ausiliario: a volte è una scelta caso per caso, a seconda della frase e dell'uso del verbo. Se usi volere con un verbo riflessivo o reciproco, ci vuole Essere.
Volere può anche essere usato per esprimere il desiderio nel congiuntivo con Che:
L'espressione più morbida e meno esigente di volere è il condizionale "Vorrei", che può essere utilizzato in tutti gli stessi modi della sua controparte inglese (ma nota il tempo del subordinato con Che):
quando volere è usato come un verbo modale, in costruzioni con pronomi oggetto diretto e indiretto e pronomi combinati, i pronomi possono andare prima del verbo o attaccati all'infinito che volere sostiene: Volete aiutarmi o mi vuoi aiutare; lo voglio prendere o voglio prenderlo; glielo volete dare o volete darglielo.
Volerci pronominale e impersonale, con Essere, significa "ci vuole" o "necessita", come richiesto, in particolare in termini di tempo o denaro, ma anche di altre cose. Per esempio:
Coniugare solo in terza persona singolare o plurale in base a ciò che è necessario. Puoi usare quella costruzione quasi riflessivamente con pronomi riflessivi se la necessità è personale piuttosto che impersonale. Per esempio,