Il Colosseo Edgar Allan Poe's Poem About the Lone Ampitheatre

Il seguente poema di Edgar Allan Poe sul Colosseo romano (scritto il Colosseo da alcuni, incluso Poe) fu pubblicato per la prima volta nella Visitatore del sabato di Baltimora (sic) il 26 ottobre 1833. Poe alla fine lo rivide un numero di volte, ma non fu mai veramente terribilmente felice con nessuna delle sue poesie.
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Anfiteatro solitario! Colosseo Grigio!
Tipo di Roma antica! Ricco reliquiario
Di alta contemplazione lasciata al tempo
Da secoli sepolti di pompa e potere!
Alla fine, alla fine - dopo tanti giorni
Di stanco pellegrinaggio e sete ardente,
(Sete delle fonti dell'amore che in te mentono)
Mi inginocchio, un uomo alterato e un uomo umile,
Tra le tue ombre, e bevi così dentro
La mia stessa anima, la tua grandiosità, oscurità e gloria.
Vastità! ed età! e ricordi di Eld!
Silenzio e desolazione! e fioca notte!
Vestiboli scarni! e navate fantasma-popolate!
Adesso ti sento: ti sento nella tua forza!
O incantesimi più sicuri di ogni altro re di Giuda
Insegnato nei giardini del Getsemani!
O amuleti più potenti del rapito Chaldee
Mai disegnato da fuori le stelle tranquille!

Qui, dove è caduto un eroe, cade una colonna:
Qui, dove l'aquila mimica brillava d'oro,
Una veglia di mezzanotte tiene il pipistrello bruno:
Qui, dove le donne di Roma hanno i capelli gialli
Salutato dal vento, ora agita la canna e il cardo:
Qui, dove sul divano d'avorio sedeva il Cesare,
Sul letto di muschio si cela il malvagio vipitore:
Qui, dove sul trono d'oro ciondolava il monarca,
Scivola come uno spettro nella sua casa di marmo,
Illuminato dalla luce debole della luna cornuta,
La lucertola veloce e silenziosa delle pietre.
Queste pareti fatiscenti; questi portici vacillanti;
Questi basamenti mouldering; questi alberi tristi e anneriti;
Queste vaghe intrecci; questo fregio rotto;
Queste cornici frantumate; questo relitto; questa rovina;
Queste pietre, ahimè! - queste pietre grigie - sono tutte;
Tutta la grande e colossale sinistra
Dalle ore corrosive a Fate e me?
"Non tutti", gli echi mi rispondono; "non tutto:
I suoni profetici e forti sorgono per sempre
Da noi, e da ogni rovina, al saggio,
Come ai vecchi tempi da Memnon al sole.
Dominiamo i cuori degli uomini più potenti: - governiamo
Con un atteggiamento dispotico tutte le menti giganti.
Non siamo desolati - siamo pietre pallide;
Non tutto il nostro potere è sparito; non tutta la nostra fama;
Non tutta la magia della nostra fama;
Non tutta la meraviglia che ci circonda;
Non tutti i misteri che si trovano in noi;
Non tutti i ricordi che attendono,
E ci aggrappiamo a noi ora e sempre,
E rivestici con una veste più che gloria. "