Usare similitudini e metafore per arricchire la nostra scrittura (parte 1)

Considera queste due frasi del romanzo di Leonard Gardner Fat City:

Le forme curve si susseguono in una linea irregolare, come un'onda, attraverso il campo di cipolle.
Di tanto in tanto si sentiva una folata di vento, ed era avvolto da fruscii improvvisi e ombre tremolanti mentre un'alta spirale di bucce di cipolla svolazzava attorno a lui come uno sciame di farfalle.

Ognuna di queste frasi contiene a similitudine: cioè un confronto (di solito introdotto da piace o come) tra due cose che in genere non sono uguali - come una fila di lavoratori migranti e un'onda, o pelli di cipolla e uno sciame di farfalle.

Gli scrittori usano similitudini per spiegare le cose, esprimere emozioni e rendere la loro scrittura più vivida e divertente. Scoprire nuove similitudini da usare nella tua scrittura significa anche scoprire nuovi modi di guardare i tuoi soggetti.

metafore offrono anche confronti figurativi, ma questi sono impliciti piuttosto che introdotti da piace o come. Vedi se riesci a identificare i confronti impliciti in queste due frasi:

La fattoria era accovacciata su una collina desolata, dove i suoi campi, svolazzanti in selce, cadevano ripidi verso il villaggio di Howling a un miglio di distanza.
(Stella Gibbons, Cold Comfort Farm)
Il tempo scorre verso di noi con il suo vassoio dell'ospedale di narcotici infinitamente vari, anche mentre ci sta preparando per la sua operazione inevitabilmente fatale.
(Tennessee Williams, Il tatuaggio rosa)

La prima frase usa la metafora di una bestia "accovacciata" e "zigzata in selce" per descrivere la fattoria e i campi. Nella seconda frase, il tempo viene confrontato con un medico che frequenta un paziente condannato.

Simili e metafore sono spesso usati nella scrittura descrittiva per creare immagini vivide e sonore, come in queste due frasi:

Sopra la mia testa le nuvole si addensano, poi si spezzano e si spezzano come un ruggito di palle di cannone che rotolano giù da una scala di marmo; le loro pance si aprono - troppo tardi per correre adesso! - e improvvisamente la pioggia scende.
(Edward Abbey, Solitario del deserto)
Gli uccelli marini scivolano in acqua - aerei da carico con le ali mozziconi - atterrano goffamente, rullano con ali svolazzanti e pestando i piedi della pagaia, quindi si tuffano.
(Franklin Russell, "Una follia della natura")

La prima frase sopra contiene sia una similitudine ("un ruggito come quello delle palle di cannone") che una metafora ("le loro pance si aprono") nella sua drammatizzazione di un temporale. La seconda frase usa la metafora degli "aerei da carico alati a stub" per descrivere i movimenti degli uccelli marini. In entrambi i casi, i confronti figurativi offrono al lettore un modo nuovo e interessante di vedere la cosa descritta. Come ha osservato tre secoli fa il saggista Joseph Addison, "Una nobile metafora, quando viene posta in vantaggio, getta intorno a sé una sorta di gloria e dona una lucentezza per un'intera frase" (The Spectator, 8 luglio 1712).