La notte santa di Selma Lagerlöf

Come parte della sua collezione "Christ Legends", Selma Lagerlöf ha scritto la storia "La notte santa", una storia a tema natalizio pubblicata per la prima volta all'inizio del 1900 ma prima della sua morte nel 1940. Racconta la storia dell'autore a cinque anni anziana che ha vissuto una grande tristezza quando è passata sua nonna che le ha fatto ricordare una storia che la vecchia raccontava della Notte Santa.

La storia della nonna racconta di un povero che vaga per il villaggio chiedendo alle persone un singolo carbone vivo per accendere il proprio fuoco, ma continua a incontrarsi con il rifiuto fino a quando non incontra un pastore che trova compassione nel suo cuore per aiutare, soprattutto dopo aver visto lo stato della casa dell'uomo, moglie e figlio.

Leggi la storia completa qui sotto per un racconto di Natale di qualità su come la compassione può portare le persone a vedere miracoli, specialmente in quel periodo speciale dell'anno.

Il testo della notte santa

Quando avevo cinque anni avevo un dolore così grande! Quasi non so se da allora ho avuto un maggiore.

Fu allora che mia nonna morì. Fino a quel momento, sedeva ogni giorno sul divano ad angolo della sua stanza e raccontava storie.

Ricordo che la nonna raccontava storie dopo storie dalla mattina alla sera, e noi bambini sedevamo accanto a lei, fermi e ascoltati. È stata una vita gloriosa! Nessun altro bambino ha vissuto momenti così felici come noi.

Non ricordo molto di mia nonna. Ricordo che aveva dei bellissimi capelli bianchi come la neve, e si chinò quando camminava, e che si sedeva sempre e faceva una calza.

E ricordo persino che quando aveva finito una storia, mi metteva la mano sulla testa e diceva: "Tutto questo è vero, vero come quello che vedo te e tu vedete me".

Ricordo anche che sapeva cantare canzoni, ma non lo faceva tutti i giorni. Una delle canzoni parlava di un cavaliere e di un troll marino, e aveva questo ritornello: "Fa freddo, fa freddo in mare".

Poi ricordo una piccola preghiera che mi ha insegnato e un verso di un inno.

Di tutte le storie che mi ha raccontato, ho solo un ricordo debole e imperfetto. Solo uno di loro me lo ricordo così bene che dovrei essere in grado di ripeterlo. È una piccola storia sulla nascita di Gesù.

Bene, questo è quasi tutto ciò che posso ricordare di mia nonna, tranne la cosa che ricordo di più; e cioè la grande solitudine quando se n'era andata.

Ricordo la mattina in cui il divano ad angolo era vuoto e quando era impossibile capire come sarebbero mai finiti i giorni. Che ricordo. Che non dimenticherò mai!

E ricordo che noi bambini siamo stati portati avanti per baciare la mano dei morti e che avevamo paura di farlo. Ma poi qualcuno ci ha detto che sarebbe stata l'ultima volta che avremmo potuto ringraziare la nonna per tutto il piacere che ci aveva regalato.

E ricordo come le storie e le canzoni furono spinte dalla fattoria, chiuse in una lunga bara nera e come non tornarono più.

Ricordo che qualcosa era scomparso dalle nostre vite. Sembrava che la porta di un intero mondo bellissimo e incantato, dove prima eravamo liberi di entrare e uscire, fosse stata chiusa. E ora non c'era nessuno che sapesse aprire quella porta.